Negli ultimi due mesi mi sono rimesso a fare anche
nuovi swim bait e come al solito è tornato il solito problema: troppo rollio
anche facendo gli occhielli piccoli e difficoltà di pulizia degli stessi dopo
la resinatura malgrado li avessi protetti con nastro da carrozziere che
comunque aveva lasciato tracimare la resina.
Per tentare di ovviare all’eccessivo rollio provai a fare
gli anelli a due-tre spire, il rollio si era ridotto notevolmente ma rimaneva
il fatto di dover eliminare la resina dagli anelli stessi. Mi ricordai che il
costruttore (non ricordo il nome e me ne scuso con Lui, non è mancanza di
rispetto ma solamente scarsa memoria) che aveva ideato le doppie, triple spire
aveva anche fatto uno snodo a spire multiple; altra prova e sempre lo stesso
problema di dover pulire” con difficoltà” le spire multiple malgrado le
attenzioni nel proteggere lo snodo con il nastro suddetto. Ho provato anche con
una goccia di cera sullo snodo ma toglierla dopo era ancora laborioso e
rischiavo di sciupare il pezzo, non parliamo poi di usare il calore per
toglierla…
Mi posi delle domande:
-
Perché non
assemblare i segmenti dell’artificiale all’ultimo?
-
Dato che comunque
nello snodo ci sono due parti fisse, come unirle?
-
Come farlo
riducendo al minimo il rollio (se voluto)?
-
Come fare il
tutto rapidamente e soprattutto come pulire dalla resina eventualmente colata,
in modo facile, veloce e sicuro?
Mi risposi:
Fare separatamente tutti i pezzi e poi unirli... ma come?
Fare separatamente tutti i pezzi e poi unirli... ma come?
-
Mettere le
“multispire” sui cardini fissi fatti ad “U”!
Il primo artificiale su cui usai questo sistema fu la
Costardella in tre pezzi. In questo caso feci le spire avvicinate fra loro. Il
montaggio fu difficoltoso proprio per la vicinanza delle spire.
Altro artificiale snodato e questa volta a spire più
larghe fra loro.
Risultato: facilità di pulizia dalla resina delle “U”
e estrema facilità di inserimento della “molla” movimento estremamente libero e
rollio che può essere completamente assente o accentuato (secondo necessità), è
sufficiente fare la molla più o meno larga di diametro interno tenendo così i
cardini vicini fra loro o più distanti se si vuole il rollio.
Di seguito vi mostro, passo-passo, il mio sistema di
costruzione di questo snodo.
Per questa prova ho usato 18 cm di filo inox Aisi 304
da 1 mm per ogni cardine, decisa la larghezza della “U” in base alle dimensioni
dell’artificiale faccio le piegature
Fatte le piegature metto in morsa per circa 5 mm
con l’apposito gancio fatto con un chiodo
con l’apposito gancio fatto con un chiodo
notare che il secondo e il terzo cardine hanno il filo vicino alla base con 5 mm liberi
dall’avvolgimento mentre il primo ha una parte con l’avvolgimento troppo vicina
alla base e questo potrebbe dare problemi di mobilità se montato così, quindi
deve essere aggiustato o rifatto.
Tagliare le eccedenze
Facciamo la “Molla”
Occorre un filo di rame da 1,2 mm ed il filo di
acciaio da 1 mm oltre che un filo di ferro da 1,5 mm lungo 20 cm ricavato da
una gruccia per abiti che tutti abbiamo e comunque nei negozi di abbigliamento
ne hanno a centinaia che poi gettano nel cassonetto.
Schiacciamo una parte terminale con un martello e
facciamoci un foro da 1,5 mm
Inseriamo il filo di acciaio nel foro e sulla coda di
questo filo avvolgiamo il filo di rame
Iniziamo ad avvolgere con un avvitatore o a mano, i
due fili ben stretti fra loro e, importante, ben stretti sul filo di ferro.
così per una decina di centimetri
Svolgere il filo di rame
Sfilare la molla dal ferro
Avvicinare fra loro i cardini ed iniziare ad avvolgere
la molla a questi. La parte iniziale della molla deve essere leggermente più
larga del passo che già ha per facilitarne l’inserimento.
Continuare a ruotare la molla fino a battuta
Tagliare la molla leggermente sotto il punto inferiore
di battuta.
Avvicinare le punte della molla appena tagliate con la
spira più vicina.
Queste foto dimostrative sono state fatte con i
cardini non inseriti nell’artificiale per facilitare la visione dell’insieme.
I cardini a vite come logico devono essere incollati
con una buona colla bicomponente ai nostri segmenti di artificiale distanziati
dalla parete almeno 3 mm e solo dopo la verniciatura dei pezzi e successiva
resinatura possono essere assemblati come dimostrato sopra, logicamente previo
pulizia delle parti sporgenti se sporcate (in questo caso niente di più facile).
La tenuta di questo sistema ritengo sia buona ma devo
fare le prove di carico per conferma.
13 maggio 2012
Ieri sera verso le 23 ho incollato due cardini su due
scarti di legno di Ayous per fare le prove di carico statico.
Come si vede, i cardini sono stati messi nei fori a 3
mm di distanza dal legno (fori non in asse perché fatti a mano libera per la
fretta) e incollati con colla Bostik “Salda rapido”, quella con due siringhe.
Proprio perché i due pezzi sono separati fra loro, come già detto, risultano
facili da incollare senza che i cardini stessi si sporchino con l’eventuale colatura
di colla e quindi evitiamo il successivo noioso passaggio della pulizia del
metallo.
Stamani dopo solo 12 ore di tiraggio della
colla, preso dalla fretta di provare la resistenza del lavoro, ho deciso di non
aspettare oltre dicendomi che se la colla avesse tenuto dopo sole poche ore
dall’applicazione, potevo stare tranquillo sulla capacità di tenuta
dell’artificiale, fatta salva la capacità di tenuta delle parti metalliche, uno
sguardo al cielo e…speriamo bene.
Inserisco la molla
inizio a caricare il pezzo con “soli” 9 kg
La molla, i cardini, la colla sembrano non accorgersi
del peso caricato come si vede in questo particolare
Voglio esagerare con un carico maggiore ma rimangono
solo altre 4 bottiglie di acqua per un totale di 15 kg
15 kg gli hanno fatto un baffo
Ritengo che questo metodo di giunzione sia valido, specialmente per il fatto che è pulito e non richiede interventi successivi e consente di verniciare e resinare anche le parti interne dell'artificiale senza problemi, logicamente deve esserci spazio sufficiente e quindi è utilizzabile solo su artificiali che richiedono due punti di snodo.
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